martedì 24 novembre 2015

"Speranza, nell'accezione più pregnante, indica una fede ottimistica nella bontà della natura, mentre aspettativa, nel senso in cui utilizzerò questo termine, è contare su risultati programmati e controllati dall'uomo. La speranza concentra il desiderio su una persona dalla quale attendiamo un dono. L'aspettativa attende soddisfazione da un processo prevedibile, il quale produrrà ciò che è nostro diritto pretendere. Oggi l'ethos prometeico ha messo in ombra la speranza. La sopravvivenza della specie umana dipende dalla sua riscoperta come forza sociale."  (Ivan Illich in: "Descolarizzare la società"  1970)
"il rapporto conviviale, sempre nuovo, è opera di persone che parteciperanno alla creazione della vita sociale. Passare dalla produttività alla convivialità significa sostituire a un valore tecnico un valore etico, a un valore materializzato un valore realizzato. La convivialità è la libertà individuale realizzata nel rapporto di produzione in seno a una società dotata di strumenti efficaci." (Ivan Illich in: "La convivialità"  1973)
"quando mettiamo l'accento sulla necessità della coscientizzazione, non la consideriamo certo come una soluzione magica, miracolosa, capace di per se stessa di umanizzare gli uomini tutti, lasciando poi intatto quel mondo che impedisce loro di vivere come uomini. L'umanizzazione degli uomini, cioè la loro liberazione permanente, non si realizza all'interno delle loro coscienze, ma dentro la storia che essi hanno il compito di fare e trasformare ininterrottamente."  (Paulo Freire in: "L'educazione come pratica della libertà"  1973)

lunedì 23 novembre 2015

"Mi accusano di incoerenza perché vendo armi indifferentemente a regimi fascisti e comunisti .. a Paesi progressisti e Paesi colonialisti .. ma il fondamento della democrazia non è forse il pluralismo?" (vignetta di Mario Pizzola in : "Così è .. se vi PACE"  1985)
"alla base della pace c'è una virtù che non può essere insegnata: è la fede dell'uomo nell'uomo e, in generale, la fede dell'uomo nelle risorse della sua specie"  (Ernesto Balducci - Lodovico Grassi in: "La pace realismo di un'utopia" 1983)
"Il termine 'interesse', viene utilizzato nella nostra lingua corrente per esprimere differenti concetti. Quello che riguarda i contenuti di questo capitolo, si riferisce a una  «particolare attenzione rivolta verso qualcosa o qualcuno, cose o argomenti che appassionano».  «Inter-esse»: essere tra due cose, una persona e un'oggetto, un'esperienza, un'altra persona. Una componente di passione, entusiasmo,motivazione, tensione, legame."   (Roberto Gialrdi - Franco Portinari in: "Ho un sogno per mio figlio  -  sette passi per educare"  2012)
"Usare il racconto, le storie, per insegnare qualcosa, significa usare uno strumento potente: talmente potente che prevale la sua logica, la logica del racconto, su quella dell'insegnamento"   (Beniamino Sidoti in: "Crescere che avventura  -  un percorso con la storia a partire da un grande archivio dell'infanzia"  2013) 
"Il gioco offre un modello di comunicazione alternativo: nel gioco non c'è un'emittente e un ricevente, non c'è neanche un messaggio. C'è un «ambiente» creato dalle regole del gioco, in cui tutti i giocatori si muovono contemporaneamente. I giocatori abitano questo ambiente e così facendo lo conoscono meglio.  Non c'è in definitiva nessuno che insegni o che mandi messaggi, ma diversi giocatori che imparano e scoprono. SI tratta di una splendida risorsa educativa, perché la scoperta di saperi individuali è più forte di un sapere trasmesso frontalmente o per iscritto. In particolare il gioco può, meglio di altri metodi, riuscire a scoprire stereotipi e fallacie di ragionamento: ottimo per spingere qualcuno a cambiare le proprie abitudini."  (Beniamino Sidoti in: "Crescere che avventura  -  un percorso con la storia a partire da un grande archivio dell'infanzia"  2013) 
"Oggi prendersi cura quotidianamente di figli non propri ad di fuori delle specifiche professioni d'insegnamento, educazione e assistenza sociale, farlo senza un compito specifico e un mandato istituzionale non è contemplato. Per ricreare questa possibilità che la comunità sociale ha di occuparsi della crescita dei suoi bambini occorre creare un terreno d'incontro tra i servizi che hanno questo compito istituzionale e quei soggetti famiglie, associazioni, persone che sono disponibili  a mettersi a dialogare tra loro per trovare soluzioni, anche temporanee, ai momenti di crisi che talvolta attraversano le famiglie con figli." (Paola Sartori in: "Mi affido, ti affidi, affidiamoci  -  l'affido familiare: una chance per la comunità sociale"  2013)
"Essere in grado di accogliere le diversità di ognuno è l'esito di un lungo processo di conoscenza reciproca, di formazione comune e della possibilità di fare quell'esperienza che produce apprendimento"  (Maria Pia Cosmo in: "L'alchimia adottiva  -  narrazioni e pensieri"  2011)

domenica 22 novembre 2015

"I livelli di bisogno  [..] sono in particolare i seguenti, dai più elementari ai più complessi:
- bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.);
- bisogni di sicurezza e di protezione;
- bisogni di «appartenenza» (affetto, accettazione, identificazione);
- bisogni di stima, di prestigio, di apprezzamento e riconoscimento sociale;
- bisogni di «realizzazione di Sé».
(Fulvio Frati in: "Il lato oscuro della mente  -  l'Io di fronte ai cambiamenti"  2012)

"Il gruppo operativo [..]  «è un insieme di persone con un obiettivo comune», che tentano di raggiungere operando in équipe. A una struttura di  équipe si arriva soltanto attraverso un'attività costante: gran parte del lavoro di un gruppo operativo consiste, in sintesi, nell'imparare a operare come équipe." (Josè Bleger in: "Psicoigiene e psicologia istituzionale  -  psicoanalisi applicata agli individui, ai gruppi e alle istituzioni"  1996)
"Comprendere il valore dell'azione educativa significa pensare a una complessa alchimia che avviene tra più menti. Almeno due persone, infatti sono sempre presenti sulla scena dell'incontro e ciascuna di esse ha sicuramente dentro di sé un fitto intreccio di appartenenze definite da copioni affettivi che risalgono ai suoi antenati. [..]  Educare è dunque un operare con la parola, con il corpo e con l'azione, inserendosi in un complesso contesto di vincoli e legami, alcuni dei quali sono presenti nel campo affettivo attuale ed altri provengono dal campo emotivo più remoto"  (Francesco Berto e Paola Scalari in "Il codice psicosocioeducativo  -  prendersi cura della crescita emotiva." 2013)
"E' una prova faticosa affiancarli senza sentirci vittime né reagire a nostra volta con aggressività e svalutazione. Essere noi stessi, capaci di dare continuità, una presenza accogliente nell'ascolto e non balbettante nel porre limiti chiari e fermi: capaci di confronto, di esprimere chiaramente il nostro pensiero senza manipolare, sapendo che stiamo semplicemente esprimendo il nostro punto di vista, senza nessuna verità in tasca. Abbastanza sicuri ma non troppo. Con l'umiltà di saper dire 'aiutami ad aiutarti', o con le parole di Bowlby 'tu lo sai .. dimmelo'.
Nella liquidità, nel vuoto, forse l'unica possibilità è di affiancarsi e nuotare insieme, ancora una volta né troppo vicini né troppo lontani.. Con delle soste per prendere fiato, guardarsi attorno, trovare uno scoglio su cui appoggiarsi, parlare un pò, stare in silenzio. Scoprire che si può star bene assieme."
(Maria Luisa Verlato in: "Identità alla deriva - vuoto di sé e vuoto di relazione nel tempo del 'tutti connessi' " 2011) 

mercoledì 4 novembre 2015

"[..] è difficile comprendere il perché la nostra educazione fa di tutto per soffocare qualsiasi forma di esperienza corporea, Fin dai primi anni di scolarizzazione il bambino infatti subisce, sia a casa che a scuola, un progressivo contenimento dei suoi bisogni e delle sue potenzialità cinestetiche. [..] L'attuale civiltà tecnologica ha fatto persino perdere la consuetudine dei giochi all'aperto." (Rossella Diana in: "Crescere col corpo - educare gli adolescenti alla corporeità"  2012)
"Il corpo è luogo di apprendimento. Ciò significa che esso è al centro di un processo di crescita della persona ed è un veicolo di trasformazione anche culturale."  (Rossella Diana in: "Crescere col corpo - educare gli adolescenti alla corporeità"  2012)

lunedì 2 novembre 2015

"Il lavoro di rete consente, in modo efficace, di favorire il raggiungimento di obiettivi terapeutici, riabilitativi ed educativi e, contemporaneamente di tutelare ogni operatore e professionista dai possibili rischi di isolamento."  (Veronica Cisini - Maria Cristina Mazzia - Erik Pozza - Laura Ughetto Budin in:  "sul filo del limite - ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà"  2013)
"Ogni bambino si aspetta che gli altri siano in un rapporto dialogico con lui, collaborino con lui, dando un significato creativo ai suoi incontri/scontri, alle sue incomprensioni, alle sue scoperte. Invece troppo spesso accade che i comportamenti dei bambini non vengano neppure colti come messaggi , ma quasi automaticamente ricondotti alle convenzionali e stereotipate regole della buona o cattiva educazione [..].  La richiesta dietro al comportamento, spesso espressa con le più svariate possibilità e risorse di un bambino, è sempre una richiesta di creatività."  (Veronica Cisini - Maria Cristina Mazzia - Erik Pozza - Laura Ughetto Budin in:  "sul filo del limite - ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà"  2013)
".. cercare di analizzare i modi con cui aiutare il bambino ad affrontare un lutto, una perdita, così che sia possibile riconoscere da un'esperienza di dolore e sofferenza un'occasione di crescita" (Ronchetti Francesca in "Per mano di fronte all'oltre  -  come parlare ai bambini della morte"  2012)

domenica 1 novembre 2015

"Nel mondo contemporaneo la razionalità tecnica è stata esaltata e la dimensione sociale ed emotiva dell'uomo è stata trascurata.  [..] Di fronte la rischio di frantumazione e di spersonalizzazione [..] appare indispensabile [..] una scelta che nasce dalla necessità di rendere i nostri ragazzi competenti non soltanto sul piano cognitivo, ma anche su quello emotivo e relazionale"   (Mario Polito in: "Educare il cuore - strategie per una comunità che si prende cura delle nuove generazioni" 2005)

lunedì 12 ottobre 2015

"Viviamo spesso dei conflitti sia con gli altri sia dentro di noi e ci sentiamo scontenti, insoddisfatti e smarriti. Spesso possediamo alti titoli scolastici o accademici e siamo contemporaneamente molto ignoranti verso le nostre emozioni, che non sappiamo comprendere, contenere e gestire.
Viviamo continuamente in situazioni di gruppo e nascono spesso numerose incomprensioni, perché non sappiamo armonizzare i valori contrastanti, i bisogni disuguali, i tempi differenti. Non sappiamo gestire questa diversità e la conflittualità che ne consegue."   (Mario Polito in: "Educare il cuore - strategie per una comunità che si prende cura delle nuove generazioni" 2005)
"Gran parte di genitori e insegnanti  sa intuire che può porre fine a molti comportamenti inaccettabili modificando ' l'ambiente ' del bambino, invece di fare sforzi per modificare il bambino. Chi non ha mai visto  un bambino che piagnucola, infastidisce e si annoia concentrarsi totalmente e silenziosamente una volta che vengano forniti dei materiali che catturano il suo interesse.  [..] Questo si chiama 'arricchire l'ambiente'."  (Thomas Gordon in "Né con le buone né con le cattive - bambini e disciplina" 1989)
"La nostra società sta usando le strategie sbagliate per ridurre nei giovani i comportamenti auto-distruttivi e socialmente inaccettabili [..] Il crescente aumento di questi comportamenti  rappresenta certo una prova sufficiente del fatto che il modo in cui abbiamo tradizionalmente imposto disciplina ai bambini in casa e a scuola non ha funzionato. [..] La migliore speranza per la prevenzione .. un altro tipo di strategia: cioè aiutare gli adulti che sono in contatto con i bambini ad apprendere un nuovo modo di gestire le famiglie, le scuole, le associazioni giovanili."  (Thomas Gordon in "Né con le buone né con le cattive - bambini e disciplina" 1989)
"[..] s'intende porre l'attenzione sulla 'saggezza del corpo' che attinge ai contenuti della percezione, delle emozioni e della memoria dei vissuti personali. Si tratta di una 'saggezza' antica che può emergere attraverso un lavoro personale di autoconsapevolezza e di riconoscimento dei propri vissuti. Attraverso il coinvolgimento personale e la messa in discussione, si può attivare l'atteggiamento del 'ricercatore' di se stessi, che può essere sviluppato a qualsiasi età, con tempi e modalità differenti."  (Rossella Diana in: "Crescere col corpo - educare gli adolescenti alla corporeità"  2012)
"Il corpo è luogo di apprendimento. Ciò significa che esso è al centro del processo di crescita della persona ed è un veicolo di trasformazione anche culturale. [..] L'intellettualismo è ancora dominante, tanto da far dimenticare che il corpo ha una sua logica e una sua capacità di conoscenza."  (Rossella Diana in: "Crescere col corpo - educare gli adolescenti alla corporeità"  2012)
"La mappa relazionale rappresenta un importante strumento diagnostico per affrontare situazioni altamente complesse consentendo di formulare ipotesi sul contesto, utili alla progettazione dell'intervento. In fondo quando siamo chiamati ad intervenire, nasce già una relazione e immediatamente si modifica la storia, quella trama di significati in cui i soggetti sono inseriti, 'si genera qualcosa di nuovo' qualcosa che tenderà a produrre un cambiamento"  (Cisini, Mazzia, Pozza, Ughetto Budin in:  "Sul filo del limite - ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà"  2013)
" .. quanto più i gradi di libertà della persona aumentano grazie ad approfondimenti ancorché al limite delle proprie possibilità, vale la pena di sollecitarli, qualora essi siano raggiungibili e condivisi dalla persona e dal suo ambiente. Apprendere possibilità di scelta e possibilità di comunicazione consente di costruire, affinare o mantenere relazioni educative vive, che aprono a possibilità di crescita altrimenti precluse. Non dobbiamo correre il rischio di anteporre gli approfondimenti all'educazione, le capacità al loro uso, gli strumenti alla comunicazione: invece che vedere la luna, vedremmo soltanto il dito che la indica. Aristotele ha detto anche: 'definiamo l'autosufficienza come ciò che, anche preso singolarmente, rende la vita degna di essere scelta, senza che le manchi alcunché'." (Cisini, Mazzia, Pozza, Ughetto Budin in:  "Sul filo del limite - ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà"  2013)

venerdì 9 ottobre 2015

"I ragazzi sentono il bisogno di sentirsi capiti di essere considerati nelle loro attese e desideri. Solo in questo modo i ragazzi apprezzeranno gli adulti e li vedranno come modelli di vita da imitare. Una buona comunicazione dipende dal modo in cui si riesce e coinvolgere i ragazzi nella formulazione delle regole, questo permetterà loro di non subire le norme come se fossero costrizioni, ma come un momento per verificare la propria coerenza con quello che si è deciso insieme. [..] Solo riconoscendo le qualità di ognuno, incoraggiando i più indecisi e aiutando i ragazzi a scoprire le loro qualità sarà possibile dare fiducia e far crescere la speranza di una buona riuscita, ma anche le aree in cui devono migliorarsi."   (Luciano Tallarico in: "Giocare per credere - manuale dei giochi di gruppo" 2009)  
"Tutti i giochi di gruppo sono educativi, oggi più che mai essi sono un modo per rompere l'ingranaggio dell'individualismo sociale in cui sono catapultati i ragazzi e i bambini, e del consumismo senza scrupoli che ne fa i privilegiati consumatori da conquistare. [..]  La proposta educativa deve [..] dare al ragazzo la capacità di buttarsi all'esterno nelle relazioni con gli altri, per imparare a saper negoziare, a saper scambiare opinioni, a poter integrare ed elaborare i conflitti e le frustrazioni." (Luciano Tallarico in: "Giocare per credere - manuale dei giochi di gruppo" 2009)  
"[..] la natura del gioco per la quale possiamo usare la categoria della 'friendliness', [..] la dimensione amichevole dell'accoglienza; uno stile non aggressivo che si riflette nell'immagine complessiva che il soggetto dà di sé; è il rispetto delle reciproche autonomie; è infine la capacità di non far sentire soli i soggetti che entrano in un 'percorso' come un intervento formativo. Il senso del gioco nella 'friendliness' è il muoversi nella vita quotidiana con familiarità e a proprio agio rispetto alla maggior parte delle situazioni; è vivere creativamente, sapendo come rispondere agli imprevisti e ritrovando nelle proprie esperienza la soluzione da adottare. [..] Vogliamo dire che il gioco inserito in un percorso di formazione è una speranza di cambiamento e che questa speranza di cambiamento può non solo essere rafforzata, ma pedagogicamente statuita in termini di probabilità. L'obiettivo del cambiamento, l'obiettivo formativo, può essere raggiunto dal soggetto adulto solo a patto di un investimento emotivo, affettivo e progettualmente razionale" (Marcato, Alfieri, Musumeci in: "Ascoltare e parlare - manuale di comunicazione assertiva"  2004)
"Per noi il gioco continua ad essere legato alla capacità di suscitare emozioni in chi vi partecipa. Il gioco non deve essere usato solo come metodologia attiva, ma come un atteggiamento. Il riferimento per noi è il lavoro di Winnicot, dove si pensa al'individuo come ad una struttura relazionale che lega il sé e l'altro da sé, la realtà, per poter spiegare il gioco come «la capacità di saper gestire quello spazio che sta tra il sé e la realtà»." (Marcato, Alfieri, Musumeci in: "Ascoltare e parlare - manuale di comunicazione assertiva"  2004)
"Nel pieno rispetto delle diversità, va detto senza paura che andare in natura è un'attività essenzialmente antiagonistica. E' la riscoperta della lentezza e della passività contro la logica della velocità e del protagonismo. E' un esercizio non violento, sia nel rapporto con se stessi e con gli altri che in quello con la natura. [..]
La più pura delle attività en plein air è il camminare, quella che più direttamente ti mette in contatto con un'esperienza diversa. E' la fatica il centro dell'esperienza: il rapporto con uno stato che normalmente cerchiamo di evitare. C'è un unico modo per convivere con la fatica, accettarla. E in questo c'è un insegnamento importante anche per la vita di tutti i giorni: la fatica si accetta solo se non si ha fretta, se non si anticipano i tempi." (Gianmario Missaglia in: "GreenSport - un altro sport è possibile"  2002)
"Il gioco ti insegna ad abitare il gioco, a civilizzare la necessità, a trasformare la natura in cultura, a considerare possibile il possibile. Ti aiuta a trasformare il lavoro di vivere in una techné creativa, in un fare competente, intelligente, consapevole: in una esperienza di libertà esercitata. [..]
Il gioco ti insegna a leggere gli eventi, a decifrare le possibilità, a dubitare che tutto sia davvero come alla prima occhiata, a scoprire i trucchi nelle imprudenti menzogne dei potenti. [..]
Il gioco ti insegna a muovere il mondo invece di essere mosso, a creare relazioni invece di subirle." (Gianmario Missaglia in: "GreenSport - un altro sport è possibile"  2002)

giovedì 2 luglio 2015

"[..] suggerimenti operativi per l'utilizzazione non casuale ed effimera del gioco e della simulazione giocata all'interno di strategie di cambiamento. [..] Gioco e simulazione sono metodologie formative."  (AA.VV. in: "gioco e dopogioco - primo manuale italiano di debriefing del gioco - con 48 giochi di relazione e comunicazione"  1995)
"Cosa significa animare? Significa dare un'anima, dare il soffio della vita alle attività che vengono proposte e che si fanno. Significa saper stare con i ragazzi, far vivere loro delle esperienze che li toccano completamente, con la fantasia, con il corpo e con lo stare insieme."  (Maurizio Cassanmagnago - Fiammetta Ravot in "Il metodo albicocca - manuale del 'bravo' animatore - tutte le tecniche, i metodi, i trucchi per imparare un lavoro difficile e richesto"  2001)

mercoledì 1 luglio 2015

"Con il termine «comunicazione ecologica» viene indicata l'applicazione dei principi ecologici  alle relazioni umane: coltivare le risorse di ogni persona, rispettare la diversità e nello stesso tempo mantenere una coesione globale: in modo che le persone possano agire insieme per un obiettivo comune. Come nella natura, così tra gli esseri umani c'è un equilibrio tra bisogni individuali e crescita della totalità. Pertanto le parole chiave nella comunicazione ecologica sono; «risorse», «crescita», «individualità» e «totalità»." (Jerome K. Liss in "la comunicazione ecologica - manuale per la gestione dei gruppi di cambiamento sociale"  1992)

martedì 30 giugno 2015

"La crescente disabitudine a guardarsi dentro conduce all'incapacità di osservare le proprie emozioni, i bisogni e le tendenze naturali della propria personalità"  (Graziella Fioretti in: "La porta della felicità - lo yoga in classe per educare"  2007)
"Il pregiudizio è contagioso. Quando la gente ha paura o è stata effettivamente ferita, voler ferire a propria volta può essere una reazione naturale. Ferirsi a vicenda però non fa che accrescere l'odio e la violenza - e le differenze non scompaiono di certo. [..] Le differenze possono sembrare strane e opprimenti, e fare persino paura. Nel tentativo di affrontarle, possiamo ritrovarci tutti a stare con quelli 'della nostra specie' " (Anti-Defamation League in: "Testa Bollata - come aiutare i ragazzi a vincere il pregiudizio"  2000)
"Occorre avvertire l'urgenza di un impegno: a che vale stare alla finestra senza tentare di intervenire sulla frattura tra le generazioni [..] ? Si può tentare uno scambio intergenerazionale con un investimento culturale ed emotivo privo di tecnicismi particolari?"  (Lazzaro Gigante – Giuseppe Turi in: "Prestami orecchio - l'uso della canzone nel dialogo tra le generazioni"  2005)

lunedì 29 giugno 2015

"Io credo profondamente nella cooperazione. Sogno di vivere in un mondo in cui si lavori insieme per il raggiungimento di obiettivi comuni, mettendo al servizio degli altri i nostri rispettivi talenti." (Danielle Jasmin in "il consiglio di cooperazione - manuale per la gestione dei conflitti in classe"  1994)

domenica 28 giugno 2015

"Il metodo senza perdenti: trasformare il conflitto in cooperazione e Applicazione nelle organizzazioni del metodo senza perdenti. Questo metodo di risoluzione dei conflitti in sei fasi consente ai leader di mettere in pratica la teoria"  (Thomas Gordon in "Leader efficaci - essere una guida responsabile favorendo la partecipazione"  1997)
"Ma i leader possono costruire o distruggere un gruppo. I loro atteggiamenti e comportamenti influenzano enormemente le prestazioni del gruppo e perfino il grado di soddisfazione provato dai suoi membri"  (Thomas Gordon in "Leader efficaci - essere una guida responsabile favorendo la partecipazione"  1997)

sabato 27 giugno 2015

"Arrivare a uno stato di INTERCONNESSIONE significa iniziare ad afferrare, a comprendere che si è parte di una più grande affinità, universale anzi cosmica. Siamo parte di tutto ciò che vive, di tutto il creato, a cui apparteniamo.
Quando agiamo il cosmo cambia. La ricerca moderna del caos lo chiama 'effetto farfalla': cioè il battito d'ali di una farfalla in Europa può causare un uragano in America Centrale. Quando si inizia a comprendere che ciò è vero anche per se stessi  [..] allora si comincia a sentire la propria energia, il proprio potere." (Lennart Parknas in: "Attivi per la pace - manuale per la gestione dei percorsi emotivi nei gruppi" 1998)
"Una convinzione molto comune [..] è che con il solo informare delle catastrofi che stanno per accadere si possa indurre la gente all'azione.  [..] Il modello Allarme -> Azione non è corretto, devono esserci degli stadi intermedi che portino le persone dall'allarme all'azione." (Lennart Parknas in: "Attivi per la pace - manuale per la gestione dei percorsi emotivi nei gruppi" 1998)

venerdì 26 giugno 2015

"Due passaggi si rendono necessari se vogliamo giungere a un sistema nonviolento:
- acquisire una consapevolezza; attraverso la conoscenza giungere alla comprensione;
- cambiare; attingere a una serie di tecniche, metodi e programmi;"  (Pat Patfoort in: "Costruire la nonviolenza - per una pedagogia dei conflitti" 1989)
"i lettori saranno messi nella condizione di capire che gli aspetti negativi della nostra società sono direttamente legati ad alcuni loro comportamenti che appaiono innocenti" (Pat Patfoort in: "Costruire la nonviolenza - per una pedagogia dei conflitti" 1989)

sabato 16 maggio 2015

"In un mondo così caratterizzato, l'educazione alla pace diventa strategica se sa dotarsi dei contenuti adeguati per indirizzare, promuovere e valorizzare quei fermenti di positività - sparsi, e spesso marginalizzati dalle grandi centrali ideologiche e dell'informazione - che possono incidere sui comportamenti, sugli stili di vita, sui modi di pensare per aprirli a possibili e auspicabili mutamenti sia delle relazioni personali con l'altro/a  che dei sistemi politico-economici su scala mondiale e su scala locale."   (Matteo Mascia in: "Per una pedagogia della pace"  1993)
"A PARTIRE DA VOI. E' importante che ciascuno entri in questi giorni di Ritiro partendo dalla propria strada, dal luogo in cui veramente è.  Possono aiutarvi tre domande:
a) Che cosa desidero da questi giorni? Come vorrei uscirne? E' una domanda che rappresenta 'l'ideale' e che può far emergere qualche desiderio che avete nel cuore.
b) Che cosa mi attendo da questi giorni? E' diversa dalla prima perché concerne 'il reale'. Che cosa mi attendo concretamente, come modo di vivere e come risultato. Mi attendo noia, fatica oppure contentezza? Cerco soltanto momenti di tranquillità? Mi attendo sentimenti di pace oppure ho paura del silenzio prolungato, dei momenti di lotta?
c) quale tipo di tentazioni e di avvenimenti potrebbe impedirmi di raggiungere ciò che desidero?  (Carlo M. Martini in: "Uomini di pace e di riconciliazione" 1985)

"Ecco, io credo che il futuro,  così come noi lo possiamo intravvedere in una foschia che sfuma le figure ma non le annulla, sia una specie di lezione di vita non elargita da una cattedra universitaria, non delineata da un laboratorio di psicologia ma come bisbigliata da un bambino che ci pone degli interrogativi fondamentali." (Ettore Masina in: AA.VV. "la violenza dei cristiani"  1972)

venerdì 15 maggio 2015

"Pensare sul 'non uccidere' non è ancora vivere senza omicidio, ma è una condizione per deciderlo, ciascuno cominciando da se stesso, e per cercare il modo di fermare e smontare i meccanismi omicidi, affinché cresca il vivere gli uni per gli altri, misura della nostra umanizzazione." (Enrico Peyretti in: "Al di là del 'non uccidere' "  1989)
"Siamo giustamente convinti di dover impegnare tutte le nostre energie intellettuali per capire quello che succede nel mondo di oggi: la crisi, o meglio le innumerevoli crisi cariche di sofferenze e di pericoli, eppure non prive di grandi speranze; la condizione dei giovani, in particolare, con l'immenso potenziale di rinnovamento che rischia di essere sprecato."  (Pio Parisi in: AA.VV. "Sulle vie della pace e della nonviolenza - tempo di camminare insieme"  1981)


"La nonviolenza non va confusa con la non-resistenza. Nonviolenza significa dire 'no' alla violenza. E' un rifiuto attivo del male, non un'accettazione passiva. La pigrizia, l'indifferenza, la neutralità non trovano posto nella nonviolenza" (in: "Valentino Salvoldi intervista Bernard Haring - mondo popoli culture, quale morale per il 2000?, solidarietà e condivisione, una morale per 'osare' la pace" 1993)
"[..] il realismo della pace guarda alle mediazioni storiche che rendono possibile non la morte, ma la vita, a quelle opere di pace che è ancora dato all'uomo di poter compiere: analisi e denuncia dei sistemi di dipendenza, impegno nella prassi liberatrice non violenta, educazione alla pace .." (Bruno Forte in: Giuseppe Mattai  "Sulla Pace"  1984)

giovedì 14 maggio 2015

"La violenza che ha insanguinato il mondo nel primo decennio del nuovo millennio ha rivelato una volta di più l'urgenza di adottare metodi non violenti per la soluzione dei conflitti, nell'estremo tentativo di salvaguardare l'umanità da tragedie sempre più grandi"  (Alberto Vitali in: "Gesù il messia della pace"  2012)
"Già la storia del significato biblico del termine 'pace' (shalom) lascia intravvedere l'indissolubile mutua connessione tra pace, salvezza, integrità e attività sanante. In questa luce ricordiamo le esperienze storiche degli operatori di pace, del loro amore riconciliatore, della loro capacità di guarire gli uomini dalla cecità psichica e spirituale" (Bernhard Haring in: "La forza terapeutica della nonviolenza - per una teologia pratica della pace" 1987)
"Ogni cambiamento nell'uomo avviene dal di dentro. E' con l'intimo di noi che si modificano le nostre strutture mentali."  (Roger Schutz in: "Violenza dei pacifici" 1969)
"Condizione 3: Occorre del tempo non solo per la trasmissione delle informazioni, ma anche per la comprensione del messaggio.
[..] al momento stesso che introduciamo il tempo come fattore  da tenere in considerazione l'organizzazione acquista grande importanza. Col termine 'organizzazione' deve intendersi un accordo collettivo sulle procedure da adottare per risolvere un problema. [..] l'informazione deve essere trasmessa in modo che tutti abbiano qualcosa da fare ma nessuno troppo."  (Josephine Klein in "Sociologia dei Gruppi") 

martedì 12 maggio 2015

.. "più che il contenuto delle testimonianza interessa lo spirito, perché i diritti, come diceva Lelio Basso, camminano nella storia con le gambe delle donne e degli uomini. Mentre gli specialisti elaborano nei centri di studio, gli esseri umani fecondano e danno dignità di storia al dolore che demolisce i tasselli del vasto disegno dell'impunità." (Linda Bimbi in "Not in my name - guerra e diritto")

venerdì 27 marzo 2015

"Il luogo in cui l'animatore più che in ogni altro dispiega la sua funzione è il gruppo. E' una aggregazione di ragazzi, di giovani, di adulti che si caratterizza per quattro elementari coordinate: la struttura, la finalità, la dinamica e le relazioni. [...]  Nella vita di un gruppo formativo, non quindi terapeutico, le preoccupazione fondamentale dell'animatore deve essere sempre quella di far crescere le persone attraverso una educazione profonda dell'interiorità, una positiva socializzazione e un continuo rapporto con la cultura del proprio mondo. [...]  La conoscenza delle energie dei membri del gruppo passa attraverso una relazione positiva tra le persone. Molti gruppi non mantengono clima, né riescono a pprodurre, perché le persone si danno per scontate, si sono sempre viste e mai collocate in una relazione seria, spesso si sono soltanto difese e non hanno mai messo a disposizione di tutti quello che sono. Servono pazienza e stimoli per far scattarevoglia di conoscersi e di confrontarsi."
(Klaus W. Vopel in: "giochi di interazione per adolescenti e giovani vol. 1" 1991)
"Scoprendo le mie risorse intime , posso canalizzare la mia aggressività e lo posso tanto meglio quanto più aiuto il mio ''nemico'' a scoprire le sue intime risorse per il bene."
(Bernhard Haring in: "il vangelo che ci guarisce - dialoghi sulla nonviolenza")
"Nella fase iniziale ci sono sei elementi di fondo, che permettono di creare un gruppo coeso e capace di collaborare. L'animatore di gruppo deve cercare di tenere davanti agli occhi tutti questi elementi e soppesarli in modo che essi si adattino alla personalità dei partecipanti, agli obiettivi del gruppo e alla durata del programma: conoscenza, fiducia, comunicazione, cooperazione, disponibilità ad apprendere, divertimento."
(Vopel in: "Giochi per crescere in gruppo" 2002)
"La fragilità dell'uomo planetario, la sua chiusura alla speranza di un mondo migliore, sembra dipendere da una serie di lacerazioni irrisolte fra locale-globale, reale-virtuale, identità-differenza, empiricità-interiorità, novità-perennità, tempo-eternità.
  Si avverte urgente il bisogno di una nuova sintesi culturale, di un nuovo umanesimo.
  La terapia pedagogica a tale dispersione d'identità può consistere nel puntare all'essere umano integrale, alla persona capace di concentrare, nel suo microcosmo, i molteplici aspetti del macrocosmo umano, l'universo sensibile e quello mentale, il mondo esteriore e quello interiore, l'evidenza e il mistero."  (Luciano Verdone in "Emergenza educativa - in un mondo che cambia" 2009)
"Gandhi ci insegna pure il segreto della conversione: non sta nel cambiare direzione ma nell'approfondire la propria tradizione.  [...]  Non possiamo però fermarci al piano personale. [...]  La nostra solidarietà con l'umanità intera fa sì che non abbiamo il diritto di abbandonare il bugiardo alla sua bugia, l'ingiusto alla sua ingiustizia, il cattivo alla sua cattiveria, poiché vi si perde con la sua anima anche la mia." (Joseph Pyronnet e Charles Legland in "la non-violenza come scelta d'amore" 1999) 
"Mediteremo a lungo la sua figura (quella di Gandhi ndr), la sua testimonianza. Egli ci costringe a rivedere la nostra mentalità che separa la politica dalla morale. Il nostro machiavellismo che si piega alla ragion di stato e che identifica politica con potere  e con astuzia. E ci mostra invece quale deve essere un uomo politico." (Fabrizio Fabbrini in "Ma liberaci dalla violenza")
"Il piccolo borgo di origine medievale, appollaiato sulla riva destra dell'Arno, una dozzina di chilometri da Arezzo, abbandonato definitivamente da tutti, anche dal parroco da almeno due anni, cadente e quasi del tutto coperto da una vite canadese rosso fuoco, ebbe in noi l'effetto di un colpo di fulmine. Lo vedemmo subito bello, ricostruito, ripopolato: forse, da un certo punto di vista, nacque lì la Cittadella della Pace, anche se formalmente la nascita porta la data di vent'anni dopo." (Franco Vaccari in "Amicizia Monti e Città" 2001)

martedì 24 marzo 2015

Dieci caratteristiche della personalità nonviolenta.
1.   Il ripudio della violenza.
2.   La capacità di identificare la violenza.
3.   La capacità di empatia.
4.   Il rifiuto dell'autorità.
5.   La fiducia negli altri.
6.   La capacità di dialogare.
7.   La mitezza.
8.   Il coraggio.
9.   L'abnegazione.
10. La pazienza
(Giuliano Pontara in: "La personalità nonviolenta" 1996)

giovedì 19 marzo 2015

"[..] mi sia consentito esprimere la mia gratitudine a Gandhi stesso. Non dimenticherò mai il sentimento di rispetto che - una volta superato il fascino di Gandhi politico e la riverenza che ispira il Gandhi uomo religioso - si prova per il Gandhi intellettuale, per il Gandhi teorico. Ciò si prova quando si scopre che quest'uomo analizzava ogni cosa in modo diverso perché aveva idee diverse, un modo diverso di vedere il mondo. Nella sua prospettiva, Est ed Ovest, nel senso in cui questi termini sono usati in Occidente in riferimento alle due parti dell'Europa, diventano molto simili: Gandhi è lontano da entrambi. E perché? Forse perché egli rifiuta sia la violenza diretta che quella strutturale, e non solo a parole, ma lottando contro entrambe."  (Johan Galtung in "Gandhi oggi - per un'alternativa politica nonviolenta") 
"La violenza genera sempre violenza: e la violenza che è stata generata dalla violenza ne genererà altra ancora. Quando si entra in un ciclo del genere non se ne esce facilmente. Ma ci deve essere un'altra via "  (Michel N. Nagler in "per un futuro nonviolento" "the search for a Nonviolent future. A promise of peace for ourselves, our families and our world")

domenica 8 febbraio 2015

"Un metodo per alfabetizzare attraverso una pratica partecipativa di democrazia accessibile a tutti.
Il tema della democrazia, che trova nel cerchio una risposta efficace, richiama a due importanti valori, a mio avviso essenziali, per una nuova governance sociale: i l rispetto e la responsabilità.Il rispetto come atto di riconoscimento di se stessi e dell'altro e, quindi, come presupposto del diritto di pari dignità delle persone.
La responsabilità come fondamento della convivenza civile che non potrà basarsi sul potere oligarchico, sull'obbedienza e la punizione, e tanto meno sul senso di colpa, ma potrà essere costruita sulla capacità dei cittadini di rispondere con abilità ai problemi, ai conflitti quotidiani, incrementando la propria consapevolezza di cosa significhi oggi vivere in comunità."   (Alberto Terzi in: "Mettiamoci in cerchio -   manuale per favorire il dialogo e la democrazia nei gruppi")