"[..] la natura del gioco per la quale possiamo usare la categoria della 'friendliness', [..] la dimensione amichevole dell'accoglienza; uno stile non aggressivo che si riflette nell'immagine complessiva che il soggetto dà di sé; è il rispetto delle reciproche autonomie; è infine la capacità di non far sentire soli i soggetti che entrano in un 'percorso' come un intervento formativo. Il senso del gioco nella 'friendliness' è il muoversi nella vita quotidiana con familiarità e a proprio agio rispetto alla maggior parte delle situazioni; è vivere creativamente, sapendo come rispondere agli imprevisti e ritrovando nelle proprie esperienza la soluzione da adottare. [..] Vogliamo dire che il gioco inserito in un percorso di formazione è una speranza di cambiamento e che questa speranza di cambiamento può non solo essere rafforzata, ma pedagogicamente statuita in termini di probabilità. L'obiettivo del cambiamento, l'obiettivo formativo, può essere raggiunto dal soggetto adulto solo a patto di un investimento emotivo, affettivo e progettualmente razionale" (Marcato, Alfieri, Musumeci in: "Ascoltare e parlare - manuale di comunicazione assertiva" 2004)
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