"Speranza, nell'accezione più pregnante, indica una fede ottimistica nella bontà della natura, mentre aspettativa, nel senso in cui utilizzerò questo termine, è contare su risultati programmati e controllati dall'uomo. La speranza concentra il desiderio su una persona dalla quale attendiamo un dono. L'aspettativa attende soddisfazione da un processo prevedibile, il quale produrrà ciò che è nostro diritto pretendere. Oggi l'ethos prometeico ha messo in ombra la speranza. La sopravvivenza della specie umana dipende dalla sua riscoperta come forza sociale." (Ivan Illich in: "Descolarizzare la società" 1970)
un blog di citazioni e frasi sulla nonviolenza e la pace - a cura di www.libriperlapace.it
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martedì 24 novembre 2015
"il rapporto conviviale, sempre nuovo, è opera di persone che parteciperanno alla creazione della vita sociale. Passare dalla produttività alla convivialità significa sostituire a un valore tecnico un valore etico, a un valore materializzato un valore realizzato. La convivialità è la libertà individuale realizzata nel rapporto di produzione in seno a una società dotata di strumenti efficaci." (Ivan Illich in: "La convivialità" 1973)
"quando mettiamo l'accento sulla necessità della coscientizzazione, non la consideriamo certo come una soluzione magica, miracolosa, capace di per se stessa di umanizzare gli uomini tutti, lasciando poi intatto quel mondo che impedisce loro di vivere come uomini. L'umanizzazione degli uomini, cioè la loro liberazione permanente, non si realizza all'interno delle loro coscienze, ma dentro la storia che essi hanno il compito di fare e trasformare ininterrottamente." (Paulo Freire in: "L'educazione come pratica della libertà" 1973)
lunedì 23 novembre 2015
"Il termine 'interesse', viene utilizzato nella nostra lingua corrente per esprimere differenti concetti. Quello che riguarda i contenuti di questo capitolo, si riferisce a una «particolare attenzione rivolta verso qualcosa o qualcuno, cose o argomenti che appassionano». «Inter-esse»: essere tra due cose, una persona e un'oggetto, un'esperienza, un'altra persona. Una componente di passione, entusiasmo,motivazione, tensione, legame." (Roberto Gialrdi - Franco Portinari in: "Ho un sogno per mio figlio - sette passi per educare" 2012)
"Usare il racconto, le storie, per insegnare qualcosa, significa usare uno strumento potente: talmente potente che prevale la sua logica, la logica del racconto, su quella dell'insegnamento" (Beniamino Sidoti in: "Crescere che avventura - un percorso con la storia a partire da un grande archivio dell'infanzia" 2013)
"Il gioco offre un modello di comunicazione alternativo: nel gioco non c'è un'emittente e un ricevente, non c'è neanche un messaggio. C'è un «ambiente» creato dalle regole del gioco, in cui tutti i giocatori si muovono contemporaneamente. I giocatori abitano questo ambiente e così facendo lo conoscono meglio. Non c'è in definitiva nessuno che insegni o che mandi messaggi, ma diversi giocatori che imparano e scoprono. SI tratta di una splendida risorsa educativa, perché la scoperta di saperi individuali è più forte di un sapere trasmesso frontalmente o per iscritto. In particolare il gioco può, meglio di altri metodi, riuscire a scoprire stereotipi e fallacie di ragionamento: ottimo per spingere qualcuno a cambiare le proprie abitudini." (Beniamino Sidoti in: "Crescere che avventura - un percorso con la storia a partire da un grande archivio dell'infanzia" 2013)
"Oggi prendersi cura quotidianamente di figli non propri ad di fuori delle specifiche professioni d'insegnamento, educazione e assistenza sociale, farlo senza un compito specifico e un mandato istituzionale non è contemplato. Per ricreare questa possibilità che la comunità sociale ha di occuparsi della crescita dei suoi bambini occorre creare un terreno d'incontro tra i servizi che hanno questo compito istituzionale e quei soggetti famiglie, associazioni, persone che sono disponibili a mettersi a dialogare tra loro per trovare soluzioni, anche temporanee, ai momenti di crisi che talvolta attraversano le famiglie con figli." (Paola Sartori in: "Mi affido, ti affidi, affidiamoci - l'affido familiare: una chance per la comunità sociale" 2013)
domenica 22 novembre 2015
"I livelli di bisogno [..] sono in particolare i seguenti, dai più elementari ai più complessi:
- bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.);
- bisogni di sicurezza e di protezione;
- bisogni di «appartenenza» (affetto, accettazione, identificazione);
- bisogni di stima, di prestigio, di apprezzamento e riconoscimento sociale;
- bisogni di «realizzazione di Sé».
(Fulvio Frati in: "Il lato oscuro della mente - l'Io di fronte ai cambiamenti" 2012)
- bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.);
- bisogni di sicurezza e di protezione;
- bisogni di «appartenenza» (affetto, accettazione, identificazione);
- bisogni di stima, di prestigio, di apprezzamento e riconoscimento sociale;
- bisogni di «realizzazione di Sé».
(Fulvio Frati in: "Il lato oscuro della mente - l'Io di fronte ai cambiamenti" 2012)
"Il gruppo operativo [..] «è un insieme di persone con un obiettivo comune», che tentano di raggiungere operando in équipe. A una struttura di équipe si arriva soltanto attraverso un'attività costante: gran parte del lavoro di un gruppo operativo consiste, in sintesi, nell'imparare a operare come équipe." (Josè Bleger in: "Psicoigiene e psicologia istituzionale - psicoanalisi applicata agli individui, ai gruppi e alle istituzioni" 1996)
"Comprendere il valore dell'azione educativa significa pensare a una complessa alchimia che avviene tra più menti. Almeno due persone, infatti sono sempre presenti sulla scena dell'incontro e ciascuna di esse ha sicuramente dentro di sé un fitto intreccio di appartenenze definite da copioni affettivi che risalgono ai suoi antenati. [..] Educare è dunque un operare con la parola, con il corpo e con l'azione, inserendosi in un complesso contesto di vincoli e legami, alcuni dei quali sono presenti nel campo affettivo attuale ed altri provengono dal campo emotivo più remoto" (Francesco Berto e Paola Scalari in "Il codice psicosocioeducativo - prendersi cura della crescita emotiva." 2013)
"E' una prova faticosa affiancarli senza sentirci vittime né reagire a nostra volta con aggressività e svalutazione. Essere noi stessi, capaci di dare continuità, una presenza accogliente nell'ascolto e non balbettante nel porre limiti chiari e fermi: capaci di confronto, di esprimere chiaramente il nostro pensiero senza manipolare, sapendo che stiamo semplicemente esprimendo il nostro punto di vista, senza nessuna verità in tasca. Abbastanza sicuri ma non troppo. Con l'umiltà di saper dire 'aiutami ad aiutarti', o con le parole di Bowlby 'tu lo sai .. dimmelo'.
Nella liquidità, nel vuoto, forse l'unica possibilità è di affiancarsi e nuotare insieme, ancora una volta né troppo vicini né troppo lontani.. Con delle soste per prendere fiato, guardarsi attorno, trovare uno scoglio su cui appoggiarsi, parlare un pò, stare in silenzio. Scoprire che si può star bene assieme."
(Maria Luisa Verlato in: "Identità alla deriva - vuoto di sé e vuoto di relazione nel tempo del 'tutti connessi' " 2011)
Nella liquidità, nel vuoto, forse l'unica possibilità è di affiancarsi e nuotare insieme, ancora una volta né troppo vicini né troppo lontani.. Con delle soste per prendere fiato, guardarsi attorno, trovare uno scoglio su cui appoggiarsi, parlare un pò, stare in silenzio. Scoprire che si può star bene assieme."
(Maria Luisa Verlato in: "Identità alla deriva - vuoto di sé e vuoto di relazione nel tempo del 'tutti connessi' " 2011)
mercoledì 4 novembre 2015
"[..] è difficile comprendere il perché la nostra educazione fa di tutto per soffocare qualsiasi forma di esperienza corporea, Fin dai primi anni di scolarizzazione il bambino infatti subisce, sia a casa che a scuola, un progressivo contenimento dei suoi bisogni e delle sue potenzialità cinestetiche. [..] L'attuale civiltà tecnologica ha fatto persino perdere la consuetudine dei giochi all'aperto." (Rossella Diana in: "Crescere col corpo - educare gli adolescenti alla corporeità" 2012)
lunedì 2 novembre 2015
"Il lavoro di rete consente, in modo efficace, di favorire il raggiungimento di obiettivi terapeutici, riabilitativi ed educativi e, contemporaneamente di tutelare ogni operatore e professionista dai possibili rischi di isolamento." (Veronica Cisini - Maria Cristina Mazzia - Erik Pozza - Laura Ughetto Budin in: "sul filo del limite - ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà" 2013)
"Ogni bambino si aspetta che gli altri siano in un rapporto dialogico con lui, collaborino con lui, dando un significato creativo ai suoi incontri/scontri, alle sue incomprensioni, alle sue scoperte. Invece troppo spesso accade che i comportamenti dei bambini non vengano neppure colti come messaggi , ma quasi automaticamente ricondotti alle convenzionali e stereotipate regole della buona o cattiva educazione [..]. La richiesta dietro al comportamento, spesso espressa con le più svariate possibilità e risorse di un bambino, è sempre una richiesta di creatività." (Veronica Cisini - Maria Cristina Mazzia - Erik Pozza - Laura Ughetto Budin in: "sul filo del limite - ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà" 2013)
domenica 1 novembre 2015
"Nel mondo contemporaneo la razionalità tecnica è stata esaltata e la dimensione sociale ed emotiva dell'uomo è stata trascurata. [..] Di fronte la rischio di frantumazione e di spersonalizzazione [..] appare indispensabile [..] una scelta che nasce dalla necessità di rendere i nostri ragazzi competenti non soltanto sul piano cognitivo, ma anche su quello emotivo e relazionale" (Mario Polito in: "Educare il cuore - strategie per una comunità che si prende cura delle nuove generazioni" 2005)
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