"Il gioco offre un modello di comunicazione alternativo: nel gioco non c'è un'emittente e un ricevente, non c'è neanche un messaggio. C'è un «ambiente» creato dalle regole del gioco, in cui tutti i giocatori si muovono contemporaneamente. I giocatori abitano questo ambiente e così facendo lo conoscono meglio. Non c'è in definitiva nessuno che insegni o che mandi messaggi, ma diversi giocatori che imparano e scoprono. SI tratta di una splendida risorsa educativa, perché la scoperta di saperi individuali è più forte di un sapere trasmesso frontalmente o per iscritto. In particolare il gioco può, meglio di altri metodi, riuscire a scoprire stereotipi e fallacie di ragionamento: ottimo per spingere qualcuno a cambiare le proprie abitudini." (Beniamino Sidoti in: "Crescere che avventura - un percorso con la storia a partire da un grande archivio dell'infanzia" 2013)
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