lunedì 12 ottobre 2015

"Viviamo spesso dei conflitti sia con gli altri sia dentro di noi e ci sentiamo scontenti, insoddisfatti e smarriti. Spesso possediamo alti titoli scolastici o accademici e siamo contemporaneamente molto ignoranti verso le nostre emozioni, che non sappiamo comprendere, contenere e gestire.
Viviamo continuamente in situazioni di gruppo e nascono spesso numerose incomprensioni, perché non sappiamo armonizzare i valori contrastanti, i bisogni disuguali, i tempi differenti. Non sappiamo gestire questa diversità e la conflittualità che ne consegue."   (Mario Polito in: "Educare il cuore - strategie per una comunità che si prende cura delle nuove generazioni" 2005)
"Gran parte di genitori e insegnanti  sa intuire che può porre fine a molti comportamenti inaccettabili modificando ' l'ambiente ' del bambino, invece di fare sforzi per modificare il bambino. Chi non ha mai visto  un bambino che piagnucola, infastidisce e si annoia concentrarsi totalmente e silenziosamente una volta che vengano forniti dei materiali che catturano il suo interesse.  [..] Questo si chiama 'arricchire l'ambiente'."  (Thomas Gordon in "Né con le buone né con le cattive - bambini e disciplina" 1989)
"La nostra società sta usando le strategie sbagliate per ridurre nei giovani i comportamenti auto-distruttivi e socialmente inaccettabili [..] Il crescente aumento di questi comportamenti  rappresenta certo una prova sufficiente del fatto che il modo in cui abbiamo tradizionalmente imposto disciplina ai bambini in casa e a scuola non ha funzionato. [..] La migliore speranza per la prevenzione .. un altro tipo di strategia: cioè aiutare gli adulti che sono in contatto con i bambini ad apprendere un nuovo modo di gestire le famiglie, le scuole, le associazioni giovanili."  (Thomas Gordon in "Né con le buone né con le cattive - bambini e disciplina" 1989)
"[..] s'intende porre l'attenzione sulla 'saggezza del corpo' che attinge ai contenuti della percezione, delle emozioni e della memoria dei vissuti personali. Si tratta di una 'saggezza' antica che può emergere attraverso un lavoro personale di autoconsapevolezza e di riconoscimento dei propri vissuti. Attraverso il coinvolgimento personale e la messa in discussione, si può attivare l'atteggiamento del 'ricercatore' di se stessi, che può essere sviluppato a qualsiasi età, con tempi e modalità differenti."  (Rossella Diana in: "Crescere col corpo - educare gli adolescenti alla corporeità"  2012)
"Il corpo è luogo di apprendimento. Ciò significa che esso è al centro del processo di crescita della persona ed è un veicolo di trasformazione anche culturale. [..] L'intellettualismo è ancora dominante, tanto da far dimenticare che il corpo ha una sua logica e una sua capacità di conoscenza."  (Rossella Diana in: "Crescere col corpo - educare gli adolescenti alla corporeità"  2012)
"La mappa relazionale rappresenta un importante strumento diagnostico per affrontare situazioni altamente complesse consentendo di formulare ipotesi sul contesto, utili alla progettazione dell'intervento. In fondo quando siamo chiamati ad intervenire, nasce già una relazione e immediatamente si modifica la storia, quella trama di significati in cui i soggetti sono inseriti, 'si genera qualcosa di nuovo' qualcosa che tenderà a produrre un cambiamento"  (Cisini, Mazzia, Pozza, Ughetto Budin in:  "Sul filo del limite - ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà"  2013)
" .. quanto più i gradi di libertà della persona aumentano grazie ad approfondimenti ancorché al limite delle proprie possibilità, vale la pena di sollecitarli, qualora essi siano raggiungibili e condivisi dalla persona e dal suo ambiente. Apprendere possibilità di scelta e possibilità di comunicazione consente di costruire, affinare o mantenere relazioni educative vive, che aprono a possibilità di crescita altrimenti precluse. Non dobbiamo correre il rischio di anteporre gli approfondimenti all'educazione, le capacità al loro uso, gli strumenti alla comunicazione: invece che vedere la luna, vedremmo soltanto il dito che la indica. Aristotele ha detto anche: 'definiamo l'autosufficienza come ciò che, anche preso singolarmente, rende la vita degna di essere scelta, senza che le manchi alcunché'." (Cisini, Mazzia, Pozza, Ughetto Budin in:  "Sul filo del limite - ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà"  2013)

venerdì 9 ottobre 2015

"I ragazzi sentono il bisogno di sentirsi capiti di essere considerati nelle loro attese e desideri. Solo in questo modo i ragazzi apprezzeranno gli adulti e li vedranno come modelli di vita da imitare. Una buona comunicazione dipende dal modo in cui si riesce e coinvolgere i ragazzi nella formulazione delle regole, questo permetterà loro di non subire le norme come se fossero costrizioni, ma come un momento per verificare la propria coerenza con quello che si è deciso insieme. [..] Solo riconoscendo le qualità di ognuno, incoraggiando i più indecisi e aiutando i ragazzi a scoprire le loro qualità sarà possibile dare fiducia e far crescere la speranza di una buona riuscita, ma anche le aree in cui devono migliorarsi."   (Luciano Tallarico in: "Giocare per credere - manuale dei giochi di gruppo" 2009)  
"Tutti i giochi di gruppo sono educativi, oggi più che mai essi sono un modo per rompere l'ingranaggio dell'individualismo sociale in cui sono catapultati i ragazzi e i bambini, e del consumismo senza scrupoli che ne fa i privilegiati consumatori da conquistare. [..]  La proposta educativa deve [..] dare al ragazzo la capacità di buttarsi all'esterno nelle relazioni con gli altri, per imparare a saper negoziare, a saper scambiare opinioni, a poter integrare ed elaborare i conflitti e le frustrazioni." (Luciano Tallarico in: "Giocare per credere - manuale dei giochi di gruppo" 2009)  
"[..] la natura del gioco per la quale possiamo usare la categoria della 'friendliness', [..] la dimensione amichevole dell'accoglienza; uno stile non aggressivo che si riflette nell'immagine complessiva che il soggetto dà di sé; è il rispetto delle reciproche autonomie; è infine la capacità di non far sentire soli i soggetti che entrano in un 'percorso' come un intervento formativo. Il senso del gioco nella 'friendliness' è il muoversi nella vita quotidiana con familiarità e a proprio agio rispetto alla maggior parte delle situazioni; è vivere creativamente, sapendo come rispondere agli imprevisti e ritrovando nelle proprie esperienza la soluzione da adottare. [..] Vogliamo dire che il gioco inserito in un percorso di formazione è una speranza di cambiamento e che questa speranza di cambiamento può non solo essere rafforzata, ma pedagogicamente statuita in termini di probabilità. L'obiettivo del cambiamento, l'obiettivo formativo, può essere raggiunto dal soggetto adulto solo a patto di un investimento emotivo, affettivo e progettualmente razionale" (Marcato, Alfieri, Musumeci in: "Ascoltare e parlare - manuale di comunicazione assertiva"  2004)
"Per noi il gioco continua ad essere legato alla capacità di suscitare emozioni in chi vi partecipa. Il gioco non deve essere usato solo come metodologia attiva, ma come un atteggiamento. Il riferimento per noi è il lavoro di Winnicot, dove si pensa al'individuo come ad una struttura relazionale che lega il sé e l'altro da sé, la realtà, per poter spiegare il gioco come «la capacità di saper gestire quello spazio che sta tra il sé e la realtà»." (Marcato, Alfieri, Musumeci in: "Ascoltare e parlare - manuale di comunicazione assertiva"  2004)
"Nel pieno rispetto delle diversità, va detto senza paura che andare in natura è un'attività essenzialmente antiagonistica. E' la riscoperta della lentezza e della passività contro la logica della velocità e del protagonismo. E' un esercizio non violento, sia nel rapporto con se stessi e con gli altri che in quello con la natura. [..]
La più pura delle attività en plein air è il camminare, quella che più direttamente ti mette in contatto con un'esperienza diversa. E' la fatica il centro dell'esperienza: il rapporto con uno stato che normalmente cerchiamo di evitare. C'è un unico modo per convivere con la fatica, accettarla. E in questo c'è un insegnamento importante anche per la vita di tutti i giorni: la fatica si accetta solo se non si ha fretta, se non si anticipano i tempi." (Gianmario Missaglia in: "GreenSport - un altro sport è possibile"  2002)
"Il gioco ti insegna ad abitare il gioco, a civilizzare la necessità, a trasformare la natura in cultura, a considerare possibile il possibile. Ti aiuta a trasformare il lavoro di vivere in una techné creativa, in un fare competente, intelligente, consapevole: in una esperienza di libertà esercitata. [..]
Il gioco ti insegna a leggere gli eventi, a decifrare le possibilità, a dubitare che tutto sia davvero come alla prima occhiata, a scoprire i trucchi nelle imprudenti menzogne dei potenti. [..]
Il gioco ti insegna a muovere il mondo invece di essere mosso, a creare relazioni invece di subirle." (Gianmario Missaglia in: "GreenSport - un altro sport è possibile"  2002)