" quei dati erano incontestabili: la stragrande maggioranza dei feriti erano civili. Gente normale che stava facendo la propria vita prima che una smitragliata o un'esplosione gliela cambiasse per sempre.
Avevo, prima di allora, un'idea diversa della guerra: immaginavo lo scontrarsi di eserciti in ampie radure, le imboscate delle colonne corazzate nel deserto, gli attacchi alle roccaforti nemiche, i siluramenti di imbarcazioni straniere.
Il fratello di mio padre era marinaio ed era morto in guerra, nella battaglia di capo Matapan, in Grecia: finì a fondo con il suo incrociatore. Conservo ancora le foto e le poche lettere che riuscì a spedire e la ciocca di capelli neri che mia nonna gli tagliò prima che partisse. Ma era in qualche modo normale, inevitabile, che i combattenti perdessero la vita, essendo la morte dell'uno l'obiettivo dell'altro.
Se nove vittime su dieci sono civili, però, non è più normale. Non è più la stessa guerra, non si dovrebbe nemmeno chiamarla tale."
[Gino Strada in: "Una persona alla volta" 2022]
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