"L'autobus per Sarajevo era parcheggiato in ultima fila, ancora più defilato degli altri. [..] Per Sarajevo [..] si passano montagne bruciate, terre arse, oche, pistolettate. Di tanto in tanto salgono vecchi contadini, donne anziane cotte dal sole, col fazzoletto nero in testa e la borsa di plastica dura ad anelli, per il mercato. [..] Sto bene così, nelle case non a posto. Nelle case disfatte e animate. Voglio trascinarmi sperando che non finisca, piangere di vergogna per essere un uomo. In una strada con sette ferramenta, quattro barbieri, sei alimentari e diecimila buchi di artiglieria." (Vinicio Capossela in: "Non si muore tutte le mattine" 2007)
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