« La relazione è l'ambito diretto in cui fare la pace.
Se pratichiamo la cultura della pace, dell'ascolto accogliente, del rispetto reciproco, i rapporti con il mondo saranno illuminanti, orientati al futuro.
Se non mi apro a conoscenze nuove, non vivrò mai bene il rapporto con la stagione storica a cui appartengo, perché le strutture umane, e noi con loro, sono in continua evoluzione.
La mala informazione diviene così essa stessa uno strumento di guerra.
Diventa prioritaria l'esigenza di fornirsi di reti informative di altra qualità,
non controllabili dai poteri militari e finanziari,
quindi in ultima istanza dai padroni del mercato globale.
Non è un caso che lo strapotere dei media vada di pari passo allo smantellamento delle reti di formazione, a partire da quella scolastica.
Il problema non è solo l'alfabetizzazione integrale delle giovani generazioni:
sono anche i cosiddetti adulti ad avere bisogno di comprendere le contemporaneità in cui ci si trova a vivere.
Sto pensando alla formazione permanente degli adulti come presupposto concreto di libertà.
Ho coniugato contemporaneità al plurale, perché non ne esiste più una soltanto, condivisa.
La cosiddetta realtà virtuale influenza anche quello che Ungaretti definiva _il sentimento del tempo_, poiché per mezzo della tecnologia digitale stiamo vivendo in tempi e universi che sono diversi tra di loro, ci occorrono dati nuovi, ci dobbiamo abituare a una complessità sempre più articolata.
Mi convinco sempre di più che si assume totalmente la propria umanità nella rivolta contro il disumano. E nella lotta che ne consegue.
E nel volerla condurre senza i mezzi della violenza e del terrore, ma con gli strumenti del conoscere, dell'analizzare, del contrastare con la verità.»
in Andrea Bigalli - Elisa Lelli "Educare alla pace in tempo di guerra" 2024
Nessun commento:
Posta un commento