sabato 2 giugno 2012

in noi la proposta consumista ha attecchito particolarmente bene perché il potere ci fa credere che la nostra felicità passa solo attraverso il possesso. Così abbiamo ignorato le altre dimensioni dell'essere umano: la spiritualità, la socialità, l'affettività, la gratuità. Ormai non riconosciamo neanche più queste necessità, ma sono sempre là e, inappagate, generano un profondo senso di insoddisfazione, che tentiamo di mettere a tacere con il solo metodo che conosciamo: la corsa agli acquisti.  Ed eccoci arrivati al nocciolo della questione: non troveremo mai la misura nei consumi finché non riusciremo a guardare all'avere con distacco e ciò non avverrà finché non avremo riempito il nostro cuore e la nostra mente con altri principi e altri valori di riferimento ( Francesco Gesualdi in "Sobrietà - dallo spreco di pochi al diritto di tutti")

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