lunedì 17 ottobre 2016

"La lezione dell'89 ha, invece, ribaltato questa visione, dimostrando che la rivoluzione è ancora possibile, che essa si è realizzata nel cuore dell'Europa contemporanea, abbattendo 'invincibili' regimi totalitari armati di tutto punto. Ip problema sta tutto nella scelta dei metodi, per cui adottando il metodo nonviolento sperimentato dai popoli europei nell'89, la rivoluzione può tornare di attualità. E' proprio una tale lampante verità che i gruppi dominanti vogliono negare, mistificando e manipolando la storia colla retorica del crollo del muro di Berlino, nel timore evidente che i popoli possano rivolgersi e delegittimare gli interessi mondiali del complesso industriale-militare oggi imperante."   (Rocco Altieri in: "Le rose sbocciano in autunno - la rivoluzione nonviolenta dell'89"  2009)
"Essere annunciatori di questo mondo nuovo vuol dire essere i profeti della festa, i profeti della novità, i profeti della speranza. Oggi c'è molta tristezza in giro, quanta gente è malinconica, non ha il gusto di vivere, le manca la sapienza, il dulce sàpere, il sapore della vita. Tanta gente che pure ha motore, carrozzeria e benzina, è triste perché non sa dove andare."  (don Tonino Bello in: "Cirenei della gioia - esercizi spirituali predicati a Lourdes"  1995)

giovedì 13 ottobre 2016

"Nella mancanza desolante del contesto sociale preesistente, le persone rischiano una deriva esistenziale profonda e totale. Il gruppo come luogo del raccontarsi e dell'ascoltare, può restituire alle loro storie un significato personale autentico, diverso da quello delle ri-costruzioni della storia ufficiale, che a volte confeziona e diffonde il falso, altre volte è generatrice di un silenzio, se non colpevole, certamente distratto e superficiale che pesa sulle spalle di chi ha già subito dolorose, gravi offese. La narrazione in prima persona del passato nel presente è un efficace strumento di ricostruzione di identità singolare e collettiva, è l'ancoraggio a un sé e a un noi autentici."  (Ivana Trevisani in: "So-stare nei gruppi - proposte per esperienza di benessere" 2009)
"Le simulazioni sono spesso basate sull'interazione sociale e i giocatori coinvolti sono invitati a comunicare, negoziare, prendere decisioni.   [..]  un educatore interessato al processo di apprendimento studia la natura delle interazioni e dei significati che vengono creati come parte delle simulazioni."  (Comino, Calcagno, Dogliotti, Colucci-Gray in: Discordie in gioco - capire e affrontare i problemi ambientali - con un gioco di ruolo per ragionare insieme di sviluppo. A partire dalla TAV"  2008)
"L'individuo ha bisogno di far parte dei processi che riguardano la sua vita, ma attualmente è privo di mezzi efficaci per partecipare la dialogo sui potenziali cambiamenti. Questa situazione è diventata più urgente perché i problemi odierni sono più complessi, comprendono sistemi e sottosistemi che interagiscono e che vanno oltre la normale comprensione umana e non si prestano al gergo convenzionale o a forme tradizionali di comunicazione."   (Richard D. Duke  in: "Gaming: il linguaggio del futuro - manuale per costruire e usare giochi di simulazione in maniera efficace"  1974)
"Risulterà chiaro che questo livello di autenticità può essere raggiunto a prezzo di un lavoro di attiva riflessione sul proprio sé, sulla capacità di saper funzionare nella relazione con gli altri. E ciò vale tanto per le persone che per le organizzazioni. Senza questo step si riduce l'accoglienza a una penosa parodia. La progettazione di qualsiasi lavoro di accoglienza deve quindi prevedere, per essere vissuta e percepita come autentica, un training, anche breve, che contenga al proprio interno questa riflessione." (Marcato, Giolito, Musumeci in: Benvenuto! - con 32 giochi di accoglienza - come cominciare l'attività formativa col piacere di conoscersi e liberi dai questionari d'ingresso" 1997)
"L'ascoltare ti fa uscire da ciò che sei e ti genera paura e insicurezza, ma ti riconforta anche, ti fa sentire utile. Ti fa essere. Ascoltare è un'arte: un'arte che comincia con la pratica su se stessi. Ascoltare il corpo, il cuore, la propria storia, il nostro modo di stare con gli altri." (Jose' Carlos Bermejo in: "L'ascolto che sana"  2002)
"Non si deve per forza cambiare idea o modo d'agire e di educare, ma un maestro come Capitini ci costringe a un confronto rigoroso e infine perdente. E allora - dobbiamo ammetterlo - è un'educazione chiusa quella che critica la realtà ma non la trascende, o quella che cerca l'alternativa ma non l'alterità."  (Piergiorgio Giacchè in: "La religione dell'educazione. Scritti pedagogici di Aldo Capitini"  2008)
"Penso che un buon educatore debba cercare di fare dei propri allievi degli spaesati: persone che conoscono le cose essenziali del mondo in cui vivono - persone che diventano competenti in un compito, in un lavoro, ma anche persone che sappiano guardare se stessi con distacco." (Francesco Ciafaloni in: "Prima educare - nella scuola e nella società" 2008)
"Il dialogo è incontro di persone attraverso la mediazione del mondo per scoprire e creare una realtà diversa.
Il dialogo non si esaurisce nel rapporto io e tu.
Il dialogo non è un deposito di idee da un soggetto all'altro, né scambio di idee (come se fossero prodotti di consumo).
Il dialogo è atto di creazione.
Il dialogo è pratica di libertà.
Il dialogo è incontro di persone per sapere di più e per essere di più.
Il dialogo richiede (perché non si afarsa o manipolazione dolciastra di paternalismo) amore per gli uomini - fiducia in loro - e speranza.
Il dialogo è - Rispettosi di ciò che ognuno è e sa.  - Capaci di escludere l'idea che ciascuno abbia tutta la verità.  - Ricercatori di una verità più grande"  (Leandro Rossi in: "Paulo Freire profeta di liberazione"  1998)

mercoledì 12 ottobre 2016

"La prospettiva etnorelativa ha origine con l'accettazione della diversità culturale. Ciò implica il rispetto per le differenze in merito ai comportamenti, per esempio le variazioni dei comportamenti verbali e non verbali nelle varie culture, guardando ai comportamenti nel loro contesto culturale, Acquisendo  inoltre consapevolezza dei propri riferimenti  valoriali e della costruzione culturale di questi valori, si rende possibile percepire i valori stessi come processi e come strumenti per organizzare il mondo, piuttosto che come una sorta di dotazione di partenza degli individui." (Anke Miltenburg e Alessio Surian in: "apprendimento e competenze interculturali. 20 giochi e attività per insegnanti e educatori"  2002)
"Ma il rifiuto della violenza non ha significato, per la Cecoslovacchia, la rinuncia a difendere il percorso della «Primavera di Praga», del sogno del socialismo umano e democratico. Rinunciando alla violenza hanno incominciato a scoprire i primi passi, la prima arma della non-violenza: il dialogo."  (Jean e Hildegarde Goss-Mayr in: "La non-violenza evangelica"  1991)
"Le relazioni tra individui che appartengono a gruppi opposti possono non sempre essere antagoniste. Studio, lavoro o vita possono unire individui e famiglie, e anche portare all'amicizia e all'affetto. A questo livello uno può andare oltre il pregiudizio della tradizione e, in un momento di conflitto di gruppo, può proteggere e, di fatto, protegge questi amici." (Michael Amaladoss in: "costruire pace in un mondo pluralista"  2008)
"La nuova pedagogia deve fare l'uomo intero, non diviso, che si autocrea a livelli diversi, tendenti tutti al raggiungimento di gradini sempre più alti nella realizzazione della società umana."  (Carla e Pietro Lazagna in: "L'impegno sociale e politico del piccolo gruppo" 1972)
"Gestire un gruppo di adolescenti e di giovani, a volte, è simile al lavoro di un'artigiano, che con molta pazienza, abilità ed esperienza deve organizzare l'incontro con quello che ha davanti sul momento. Deve saper leggere la situazione, saper anche improvvisare, mai perdere il controllo" (in: "Educamondo. Percorsi di formazione alla pace, cittadinanza, giustizia e solidarietà"  2005)

mercoledì 5 ottobre 2016

"Non esiste una sola violenza, ma tante violenze. Di solito si pensa alla violenza fisica, quella delle armi, quella che si vede ogni giorno in televisione o al cinema. Ma esistono altre forme di violenza meno visibili: quando la persona è umiliata, quando non ha più mezzi di sostentamento né casa, quando nessuno si accorge più di lei, come se non esistesse nemmeno. Questo tipo di violenza può far soffrire molto: in silenzio."  (Jacques Semelin in: "La non-violenza spiegata ai giovani"  2000)
"Stare in contatto con la realtà del mondo significa uscire dal nostro guscio e guardare chiaramente e profondamente le meraviglie della vita - i fiocchi di neve, la luce della luna, il sorriso dei bambini - e anche la sofferenza - la fame, la malattia, la tortura, l'oppressione."  (Thich Nhat Hahn in: "Il cuore della pace"  2008)
"Sei un soldato costretto dalla cruda legge dell'uomo a trascurare moglie e figli e a scendere sul campo dell battaglia per amore di una cupidigia che i tuoi capi impropriamente chiamano dovere?
Sei un poeta lieto delle tue briciole di vita, felice solo di possedere pergamena e inchiostro, e intanto dimori nella tua terra come uno straniero, ignoto ai tuoi simili?"  (Gibran in: La voce del Maestro"  1997)
"Non si deve confondere la pace con la sicurezza, la quale spessa viene procurata con armamenti e deterrenti. Una pace di più ampio respiro deve fondarsi sul rispetto della dignità dell'uomo, sull'amore, sulla solidarietà, sulla giustizia e sul diritto, e deve tendere al bene comune universale."  (Franco Appi in: "Giustizia, solidarietà e sviluppo fondamenti della pace"  1992)  
"Spesso, quando due bambini hanno litigato, hanno ciascuna una versione dei fatti molto diversa. E' utile in queste occasioni chiedere ai bambini coinvolti di recarsi in un angolo tranquillo dove niente e nessuno li distrae, fino a che non abbiano chiarito essi stessi il problema e siano «pronti a tornare». Non sempre i bambini trovano un accordo, ma riescono in genere, una volta tornati nel gruppo, a comportarsi civilmente l'uno con l'altro. Per l'animatore può essere duro dover riconoscere che i bambini possono da soli arrivare ad una soluzione, e che l'intervento dell'animatore non è indispensabile" (Silvia Bonino in: "Bambini e nonviolenza"  1987)